
affondare
Affondare: abissi linguistici e immersioni intellettuali
“Linguisticamente, ogni parola è un abisso: ci si tuffa dentro senza sapere mai fino a che punto si scenderà.”
Questa potrebbe essere una massima di Italo Calvino, che in Lezioni americane ci invitava a esplorare la leggerezza del linguaggio senza temerne le profondità. E di abissi (e di immersioni) parla proprio il verbo affondare, lessema che, come un buon romanzo, rivela strati di significato solo a chi sa leggerlo con occhio attento e mente curiosa.
Etimologia: quando il fondo è tutto
Affondare affonda le sue radici nel latino medievale affundare, dove ad- (‘verso’) incontra fundus (‘fondo’), creando un’immagine quasi fisica: “portare verso il basso, fino in fondo” (Treccani, “affondare”). Non a caso, il latino classico preferiva submergere o demergere per descrivere l’azione di sprofondare, mentre l’italiano medievale sceglie di affondare con una decisione che già suona quasi filosofica (Zanichelli, Vocabolario della lingua italiana, s.v.). Come scrisse Umberto Eco, “le parole non sono solo etichette, ma enciclopedie in miniatura” e affondare è un’enciclopedia che parla di discese, sia esse materiali o intellettuali.
Fisico: quando la nave (o la pazienza) va a fondo
In senso proprio, affondare evoca il destino di navi, speranze e talvolta persino la calma di un traduttore di fronte a un testo zeppo di arcaismi. Immaginate la scena: un manoscritto del Quattrocento, una metafora marinaresca intraducibile, e voi che, come il capitano di un galeone, vedete la vostra serenità fare la fine del Titanic. Qui, affondare è crudo, reale, inevitabile. Ma, come ammoniva Calvino, “la profondità non è che l’altra faccia della leggerezza”: forse, allora, anche l’affondamento più fisico nasconde una lezione.
Metaforico: tuffarsi nell’abisso (e uscirne più saggi)
L’italiano, però, ama giocare. E affondare diventa presto immersione totale, dedizione assoluta. Affondare in un progetto, in una ricerca, in un’analisi testuale. Non più sprofondare come sconfitta, ma tuffarsi deliberatamente, come l’eroe dantesco che scende agli Inferni per risalire più savio. “Nel mezzo del cammin di nostra vita / mi ritrovai per una selva oscura, / ché la diritta via era smarrita”: ecco, affondare è un po’ come entrare in quella selva, sapendo che solo chi osa scendere può poi risalire illuminato.
Perché noi di viviworks amiamo affondare?
Perché, come scriveva Eco, “chi cerca trova, e chi affonda… riemerge con perle linguistiche”. O almeno, con una buona scusa per sfogliare il dizionario con un sorriso. Ai linguisti, ai traduttori, agli insegnanti: non temete gli abissi della lingua. Affondateci dentro. È lì che nascono le scoperte più luminose.
Buon tuffo negli abissi del sapere!
Fonti e bibliografia
Treccani – Vocabolario della lingua italiana, voce “affondare”. URL: https://www.treccani.it/vocabolario/affondare/
Zanichelli – Vocabolario della lingua italiana, voce “affondare”.
Wikizionario, voce “affondare”. URL: https://it.wiktionary.org/wiki/affondare
Etimo.it – Vocabolario Etimologico della Lingua Italiana, voce “affondare”. URL: https://www.etimo.it/?term=affondare
Calvino, Italo, Lezioni americane, Garzanti, 1988.
Eco, Umberto, Semiologia e filosofia del linguaggio, Bompiani, 1984.
Alighieri, Dante,
Divina Commedia, Inferno, Canto I.